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Orecchiette da mercante

Biella 25 agosto 2012

Egregio direttore,

siamo al dunque.

Dopo settimane di risiko giocate sul suo giornale, i politici nostrani da ’90 (e pure dell’80) arrivano agli appuntamenti decisivi per “riordinare” le province come non dovevano arrivare: con idee non condivise e in ordine sparso.

Sembra quasi di ricalcare l’elezione dell’ultimo presidente della camera di commercio di Biella, un entusiasmo da funerale e due cortei distinti, a quanto mi ha riferito un partecipante.

L’analisi lucida in una situazione politica liquida come una flebo, non è semplice perché riassetti destrutturanti come quelli imposti dal “taglio alle spese” del governo Monti non dovrebbero mai esser calendarizzati nell’imminenza delle elezioni politiche; l’incidenza ormonale cresce.

La corsa a chi è più dotato tra i big locali sta assumendo contorni esilaranti.

Il senatore del Pdl Pichetto dichiara in pompa magna che “è fatta, si torna con Vercelli, lasciamo ad altri le scelte che si basano sulle opportunità politiche”. Senza spulciarli a priori, scommetto al buio che i giornali locali di vent’anni fa, agli albori della nuova provincia di Biella, riportavano una frase analoga dell’allora semplice vice sindaco Pichetto: “è fatta, ci separiamo da Vercelli, lasciamo ad altri le scelte che si basano sulle opportunità politiche.” Ora è senatore.

Il presidente leghista Simonetti, mentre intona il de profundis della sua provincia spinge per il quadrante con Novara, in dissonanza con il segretario padano Bobo Maroni, paladino della ventilata macroregione del nord, una sorta di patria dei laghi dalla quale, manco a dirlo, il lago di Viverone è escluso. Delle due l’una: o i vertici leghisti non si parlano, oppure nella nuova lega 2.0 il deputato Simonetti conta come me, cioè zero.

L’orientamento del consigliere regionale Ronzani l’ho letto più volte, con Vercelli, ma che coincida con una posizione ufficiale del Pd, lo ignoro.

Last but not least, il sindaco Donato Gentile, immortalato dal gossip agostano con fascia tricolore nelle Puglie, in quel di Trani (?) è almeno coerente alla sua linea politica, fa orecchiette da mercante, prono alla scelta dettata dal suo mentore, il senatore Pichetto.

E’ questo il quadro che mi impressiona. Alla vigilia delle decisioni pesanti del Cal (il consiglio regionale delle autonomie locali nel quale siedono sia Gentile che Simonetti) noi biellesi siamo esclusi da un dibattito politico che interesserà giocoforza tutte le nostre vite ma che è asfittico e non inclusivo.

E’ la politica che deve avvicinare i cittadini alle istituzioni e non viceversa.

Cosa ne pensano del “riordino” della nostra provincia i biellesi, tutti gli altri sindaci del comprensorio, il consiglio comunale di Biella, l’azienda sanitaria, i consorzi, i comitati, le associazioni a tutela degli esseri umani al pari di quelle a tutela degli animali e dell’ambiente, le società sportive e, in ultimo, i movimenti e le liste civiche?

Personalmente mi lascia tiepido una legge di “riordino” all’italiana, al solito con cinquanta sfumature di grigio; o si cancellano tutte le province mettendo contestualmente mano anche ai carrozzoni delle regioni, per ridare centralità ai comuni incentivandone gli accorpamenti (la “grande” Biella potrebbe essere un laboratorio pionieristico interessante in tal senso), o si lascia lo status quo.
E’ la mia opinione che avrei perorato confrontandomi con le anime vitali del territorio. Innescare il dibattito e la partecipazione è un’opportunità per trovare la sintesi migliore e la più condivisa da far pesare sul tavolo del “Cal” nell’interesse del biellese.

Finora si è deciso altrimenti, ricalcando il medesimo percorso che ora come allora portò vent’anni fa sempre gli stessi partiti e i medesimi politici, a venderci come salvifica la nuova provincia di Biella, salvo poi non muovere un dito per difendere oggi la loro creatura, costata ai contribuenti milioni di euro in strutture, stipendi, consulenze e quant’altro. La loro visione in prospettiva fu fallimentare e ora ne abbiamo la prova del nove ma non riusciamo mai a bocciarli. Alla chetichella e con un semplice giro di valzer adesso ci dicono: abbiamo scherzato. Approfittano, come solito, della breve capacità mnemonica da pesce rosso dell’italiano medio e del biellese, nello specifico.

Ma il vento sta cambiando ed è carico di fosforo ricostituente. Ricordiamoceli, quando torneremo a votare.

Benito Maria Possemato

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