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Tera o chimera?

Biella 12 novembre 2011

Mi sono sempre ritenuto un uomo di natura tendenzialmente mite (che nella mia nuova veste di consigliere comunale traduco in moderato), ma devo ammettere che, con umana debolezza, appena letta la recente presa di posizione del neo assessore alla sanità piemontese, sig. Paolo Monferino, il quale smonta con adamantina chiarezza e ufficialmente il progetto preconfezionato al buio dall’amministrazione Gentile, finanziato dalla fondazione Tera e votato anche dal sottoscritto per l’insediamento dinnanzi al centro commerciale “gli orsi” di un polo per la cura dei tumori solidi dei bimbi con corollario di 6.000 mq di ricettivo e alberghiero e, purtroppo, altri 6.000 mq di commerciale, mi si sono iniettati gli occhi di sangue come a un ingenuo Willy il coyote, trascinato, mio malgrado, in caduta libera nel precipizio della politica locale.

Chiosa, l’assessore Monferino, rispondendo per iscritto ad una interrogazione regionale del centro sinistra: “Non si comprende quali siano le tecnologie radioterapiche innovative rivolte in particolare ai bambini. Peraltro Biella è già sede di un polo oncologico e Antenna di oncologia pediatrica” e ancora, riferendosi al controverso centro commerciale e ricettivo “Le opere di completamento previste paiono non tenere in minimo conto le condizioni peculiari dei pazienti che nel periodo della terapia sono immuno-depressi e necessitano di ambienti protetti” e infine “il progetto Tera non può prescindere da una valutazione regionale, cui spetta il compito di individuare il fabbisogno sanitario piemontese“.

E queste ultime prerogative istituzionali di base le conosco pure io, che di mestiere giro la polenta.

Non pretendo che le conosca il sindaco ma un assessore competente per parte numerica e di bilancio qual è Gabriele Mello Rella, prima di chiedere un sacrosanto voto consiliare unanime per la parte sanitaria, avrebbe dovuto preparare il campo a dovere con tutti gli interlocutori a cominciare proprio dal principale, la Regione Piemonte.

Ora rischiamo di compromettere l’iter e “stancare” gli investitori di un progetto per la salvaguardia della vita umana da lasciare ai posteri e non ai posteriori.

Ma che fretta c’era?

Benito Maria Possemato
Capoguppo consiliare I Love Biella

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