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Non è un paese per Silvio

Osservatori attenti delle nostre piccole miserie locali, hanno rimarcato come “assurde” le ore spese in consiglio comunale a litigare su una rotatoria, quella di piazza Curiel, portandoci a girare intorno ai veri problemi del territorio: l’assenza di prospettive e di futuro per i biellesi.

Io c’ero: esattamente cinque ore di dibattito, esaltato dai mezzi televisivi, per decidere che la rotonda s’ha da fare.

Ma quello era il primo piatto autunnale, il più controverso, servito dall’amministrazione comunale per l’occasione e di quello ho potuto parlare, punto.
In assise si è giunti alla fine di un dibattito estenuante nel quale mi proposi, di concerto con altri consiglieri cittadini e commercianti della zona, di valutare altre soluzioni (quella di provare a riattivare a costo zero il semaforo preesistente era la più gettonata) per poi lasciare l’ultima parola all’amministrazione, come giusto.

Una proposta né rivoluzionaria né reazionaria, ma che rispondeva alla massima abusata in molti editoriali e nei candidi propositi politici: “le buone idee (se tali) non hanno colore”, massima che ho cestinato da tempo, ancor prima di scoprire che il semaforo in questione fu rimosso tra l’8 ed il 9 agosto, facendo la fine dei vasoni di via Italia.

Una coincidenza? Un dispetto?

Non saprei dire con certezza, ma mi e vi chiedo: ma che senso ha tutto questo? A che pro?

Io voglio contribuire, pur nel mio piccolo, a trovare una strada per il biellese (meglio se ferrata).
Alcuni parlano di lavorare ad un governo di salute pubblica, d’emergenza (perché siamo in emergenza), e con chi?
Con un sindaco, Donato Gentile, che dichiara sui giornali: “i giovani scappano via da Biella, ma ci vuole un bel coraggio per restare” massima che è seconda solo a “L’Italia è un Paese di m.” di Berlusconiana memoria.

Per assaggiare la pietanza autunnale servita in consiglio comunale, con contorno obbligatorio, sarà sufficiente per chiunque venire ad assistere alla prossima assise del 25 ottobre, nel quale saremo chiamati a votare una prima variante che si propone di sbloccare in tempi brevi l’iter di un fine nobile da condividere: la realizzazione di un centro oncologico per la cura dei tumori solidi che colpiscono i bimbi, da edificare ex novo di fronte agli “Orsi”, su encomiabile iniziativa della fondazione privata Tera che investirà quasi 100 milioni di euro allo scopo.

A corredo del progetto, oltre al ricettivo per ospitare le famiglie dei piccoli degenti, sono altresì previsti altri 6.000 mq di spazi commerciali contigui al centro e quindi (purtroppo), ancora a sud della città, quale compensazione (?) ai donatori dei terreni, nello specifico la società Athena.

Un progetto apolitico di lungo respiro che mi sarebbe piaciuto condividere, con tutti i consiglieri, sin dall’embrione. Ma il pacchetto, alle opposizioni, è stato confezionato così, prendere o lasciare.

In cuor mio so cosa devo votare, scavando anche di picco e vanga per accelerare i lavori, se necessario, pur cosciente che oltre alle fondamenta di un progetto che scalda il cuore, sto anche segnando, obtorto collo, una nuova tappa della via crucis per il commercio cittadino, dopo gli “Orsi”.

Benito Maria Possemato
Capogruppo consiliare I Love Biella

Una risposta a “Non è un paese per Silvio”

  1. Raise Donatella scrive:

    L’idea di creare un centro oncologico per la cura dei tumori solidi che colpiscono i bambini è grandiosa, ma anzichè costruire ancora perché non usufruire di uno dei tanti palazzi o fabbriche abbandonati? Basta con il creare altri spazi per il commercio, così facendo isoliamo sempre di più la città che è già diventata un deserto, quando esci di casa per fare una passeggiata e svagarti un pò,rincasi più triste di prima, per me che ho avuto la fortuna di vivere il centro quando ancora era vivo è malinconico vedere Via Italia svuotata della sua gente, vorrei riavere un centro storico, ricco di negozi e di iniziative vitali..
    Ma so anche che purtoppo tutto gira intorno ad una sola parola, SOLDI.. quindi non c’è speranza..

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