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La ronda padana

Biella 1 febbraio 2011

Molti sono i giovani e meno giovani, sottoscritto compreso, che in tutti questi anni hanno frequentato la discoteca “Il cancello” oramai da lustri radicata nel nostro rione.
Purtroppo si mescolano a chi vuole passare una serata conviviale anche soggetti degni di trattato antropologico. Ho memoria di mille e mille aneddoti più o meno esecrabili vissuti sia da residente nato nel quartiere e sia da esercente di un piccolo ristoro e libreria serali attivo nel borgo.

In tutti questi anni di attività ho affinato l’arte nell’approcciarmi a taluni elementi che ad una certa ora, fuoriusciti dalla funicolare saltando i tornelli o dopo aver minacciato pesantemente l’unico operatore in cabina comandi che si guarda giustamente dal reagire, tentano talvolta l’ingresso nel mio locale prima di recarsi in discoteca. Dinnanzi ai più aggressivi e alterati (che necessiterebbero di lunghi periodi coatti impegnati in lavori socialmente utili), mi chino dietro il bancone e al posto di estrarre la mazza da baseball, come nei film americani, tiro fuori una mia copia datata di “Pinocchio” che conservo con amore spiegando con parole semplici al mio interlocutore che è in una libreria. Generalmente, riavutosi dallo shock iniziale, fugge terrificato. Altrimenti tento il dialogo col giovane guerriero senza servirgli da bere, perché tengo alla mia licenza oltre che alla mia coscienza.

Ed è come commerciante che opera nel rione che fui invitato dal sindaco circa un anno fa (prima e unica volta) a partecipare ad una tavola rotonda con altri colleghi dei pubblici esercizi, presenti le autorità di pubblica sicurezza cittadine, per esternare problematiche e disagi nella gestione delle nostre attività ed eventualmente proporre soluzioni che potessero essere condivise dal comune di Biella.

Per parte mia diedi voce al disagio dei dipendenti Atap di servizio alla funicolare nonché dell’insicurezza diffusa nella cittadinanza nell’utilizzare il silos del Bellone. Proposi contestualmente di affiancare un collega all’operatore in cabina comandi o a stipulare una convenzione con i metronotte che ne coadiuvassero il personale, il tutto solo nelle ore critiche del venerdì e del sabato anche nel parcheggio del Bellone, operazione non impossibile e dai costi contenuti, sostenibili eventualmente anche dai privati in causa, previo accordi (è stata inoltrata interrogazione ufficiale ad hoc).

Riporto fedelmente la solenne risposta del sindaco, senza tema di smentita, alla quale sul momento non riuscii a ribattere per scoramento manifesto: “… Possemato … tu che sei il titolare del Gufo, dico bene? Ma come puoi proporre il metronotte, questa figura triste dalla pistola scarica, la soluzione è la ronda padana, tre giovani energumeni in pettorina verde nella funicolare“.
Non ho esitato a chiedere lumi sulla pistola ad un giovane metronotte che opera al Piazzo, per inciso un tipo allegro, col sorriso in tasca e dalla risposta salace che ho di seguito edulcorato: “solo avessi un neurone single potrei pensare di svolgere il mio mestiere col revolver scarico”.

Risultato a distanza di un anno: nessun affiancamento di personale, nessun approccio alla vigilanza notturna, le telecamere di sicurezza sono tuttora disattive in ogni dove e della ronda padana non vi è traccia, mentre l’uomo dell’Atap è ancora un uomo solo.

Benito Maria Possemato
unbenitodiverso@libero.it
Capogruppo consiliare I Love Biella

Una risposta a “La ronda padana”

  1. fausto fabiano scrive:

    In passato, rivolgendomi ai vigili (inascoltato), fui l’unico a denunciare più volte, che qualcosa di grave stava per succedere nel parcheggio del Bellone. La gravità dei vandalismi peggiorava di settimana in settimana.
    Un sabato sera arrivammo all’incendio doloso di un motorino all’interno del parcheggio. La tragedia fu sfiorata, ma nonostante il motorino appartenesse ad un buttafuori del Cancello, che quella sera aveva avuto uno scontro con alcuni delinquentelli, nessuno si preoccupò di fare una piccola indagine, per trovare i colpevoli, perchè?

    Fausto Fabiano

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