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Servi della gleba

L’assessore regionale alla sanità Caterina Ferrero lunedì alla presenza dei Sindaci ha tentato di delineare il futuro della sanità biellese.

Com’era prevedibile il progetto è alquanto nebuloso, impegni precisi non vengono assunti, un piano economico non c’è e sul campo rimangono le solite promesse e persino scarse speranze. Che cosa rimarrà a Biella, quali reparti, quali servizi, quale sarà la qualità, cosa ne sarà del futuro del nostro nuovo ospedale.

Insomma dove andranno i Biellesi a farsi curare?

Qualche Sindaco ha posto queste domande ma le risposte sono state incerte. Vediamo in pillole che cosa è successo negli ultimi trenta giorni.
Cota a dicembre firma la riforma sanitaria del Piemonte, partendo dal postulato ridurre i costi e aumentare l’efficienza. Fin qui saremmo tutti d’accordo. Come però? Separando le ASL dalla gestione degli ospedali e nello specifico il nostro sarà accorpato a Vercelli, Verbania-Cusio-Ossola, tutti alla corte di Novara. L’ammucchiata verrebbe chiamata Piemonte 2, e si passerebbe inevitabilmente da una politica “Torinocentrica” ad una “Novaracentrica”.

Allora cosa ci rende non solo perplessi, ma seriamente preoccupati e contrari a questa impostazione è:

  1. Il dettame leghista, secondo cui, l’azione politica è più efficace quando i centri decisionali sono più vicini al territorio interessato, qui avviene il contrario, le scelte della giunta regionale sono inevitabilmente destinate a penalizzare i cittadini biellesi in quanto l’ospedale cittadino declassificato dipenderà da Novara, feudo del Presidente della Regione.
  2. A decidere quali reparti tagliare, quali risorse destinare, trasferire o potenziare sarà appunto Novara. Siamo così veramente ingenui da credere che potremo influire in qualche scelta?
  3. I Sindaci che avevano una sede, la Conferenza dei Servizi, per influire, giudicare i piani sanitari e i manager, portare le istanze dei cittadini, vengono estromessi da tutto.
  4. Oreste Brusori, ex direttore dell’ASL alla fine dell’anno è stato “congedato”. Ho lavorato a stretto contatto con lui ed era opinione non solo personale, ma condivisa da tutti, che le sue capacità professionali fossero doti non comuni. Non credo di esagerare se affermo che Brusori sia uno dei migliori dirigenti attualmente in circolazione. Circondato da uno staff altrettanto valido, in questi 4 anni ha ripreso il progetto del nuovo ospedale apportando delle correzioni sostanziali, guai non ci fossero state, ha invertito i dati della mobilità passiva, più persone che si son fatte curare nel nostro ospedale, ha riaperto dopo decenni reparti e fatto decollare nuovi servizi, ha portato i conti dell’Asl in ordine, uno dei pochi in Piemonte, ha scelto chi voleva lui, cosa abbastanza inusuale nella politica italiota e soprattutto è riuscito in tempi da record a far ripartire i lavori nel nuovo ospedale evitando che la situazione fallimentare di alcune imprese lasciasse il nosocomio per anni l’ennesima opera incompiuta.
  5. Come ringraziamento è stato silurato. Gentile a dicembre con tutti i Sindaci del Biellese esprime gratitudine a Brusori, della serie una pacca sulle spalle e intanto un calcio nel sedere, alla faccia della meritocrazia. Viene nominato al posto suo un nuovo direttore dell’Asl, (ripeto ora scorporata dall’ospedale) Carla Peona, nefrologa, con un passato recente da responsabile dell’Asl di Casale.
  6. L’Asl ora si troverà ad acquistare i servizi dall’ospedale. Con quali costi e dove? Privato pubblico?
  7. Il clima d’incertezza e l’orizzonte che si profila possono generare un effetto molto semplice, quello che alcuni operatori sanitari: medici, infermieri vadano alla ricerca di lidi più gratificanti per la loro carriera, sia spontaneamente, sia in modo più subdolo sollecitati dallo stesso datore con l’inevitabile paralisi e conseguentemente chiusura dei servizi.

Morale, Biella e il Biellese sono risucchiati sempre più in una politica regionale feudataria che ci vede non solo come la periferia di Torino ma oggi anche come un quartiere di Novara. A farne le spese saranno i pazienti, ignari e distanti da queste logiche più partitiche che politiche, con i nostri rappresentanti silenti provinciali e comunali relegati al ruolo di vassalli (declassificati per giunta) e i Biellesi neanche più valvassini ma semplici servi della gleba.

Vittorio Barazzotto

Una risposta a “Servi della gleba”

  1. fausto fabiano scrive:

    Il nuovo federalismo:
    Più tasse
    Meno servizi
    Molto campanilismo concettuale, considerando le condizioni in cui viene tenuto il territorio.
    Politicamente, tappi nelle orecchie, bende sugli occhi e due dita per turarsi il naso.
    Complimenti, alle prossime elezioni sarete sicuramente rieletti per demeriti sul campo.

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