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Lettera aperta al Presidente Silvano Rey

Biella 07 settembre 2009Logo
Era il 1992 quando Vittorio Caprio, maestro vecchio stampo della scuola elementare “Ada Negri”, mi chiese di fargli da segretario nel suo seggio elettorale. Accettai di buon grado. Al maestro Caprio assegnavano storicamente il seggio più numeroso del Villaggio Lamarmora.  Erano gli anni di tangentopoli e dell’ascesa del Senatur. Rimasi impressionato dalle percentuali che in quel quartiere ottenne Umbero Bossi: con le dovute proporzioni eravamo in linea con le roccaforti Lombarde della Lega Nord, segno che la piattaforma federale piaceva trasversalmente. Che a me risulti, al Villaggio Lamarmora non esiste un ceppo Celtico. Le radici di chi abita quel quartiere sono variegate e coincidono anche con  quelle delle mia famiglia, giunta cinquant’anni fa sin qui dalla città di Benevento, con un lavoro sicuro in quel del Cenacolo del Piazzo e con tante speranze.  Il triangolo Piazzo, Riva, Vernato contava migliaia di famiglie emigrate e centinaia di bimbi. Ho memoria di mille ricordi, di quando si scendeva in tre sulle taniche di nafta vuote giù per la costa del Piazzo innevata (in molti conserviamo ancora le cicatrici), o di quando Andrea B., dopo un rimprovero della nostra maestra Maria, con doppio ceffone a corredo, si sedette sul cornicione delle elementari del Piazzo (son quattro piani) e facendoci il gesto dell’ ombrello, non voleva più scendere. Avevamo otto anni. Credo che la maestra Maria sia entrata in menopausa quel giorno per lo spavento. Avessi solo un decimo del talento letterario della Natalia Ginzburg ci potrei scrivere un mio “lessico famigliare ” di quegli anni ’70 che oserei definire disperatamente belli. Furono per noi bambini una palestra di vita formidabile, dove quasi tutti abbiamo imparato cosa vuol dire appartenere a una Comunità, quella Biellese, che ha nell’ospitalità uno dei suoi fiori all’occhiello. Ora vorrei chiedere a lei, Presidente Rey, che mi sembra una persona perbene, che bisogno abbiamo e che bisogno ha Lega Nord di candidare in Italia e in Europa, un celodurista Lombardo come quel Matteo Salvini, che di duro ha solo il cervello, e che a un raduno politico di quest’estate testualmente cantava: “…senti che odore, scappano anche i cani, stanno arrivando i Napoletani…”.
Non condannare pubblicamente uomini e comportamenti così odiosi, stride con l’orgoglio da lei manifestato nel primo Consiglio Comunale nell’appuntarsi la spilletta dell’Alberto da Giussano al petto. Da regolamento, rammento che alcuni consiglieri di minoranza volevano fargliela togliere. Ma io sono un uomo pratico, non mi importa nulla della sua spilla, per me può tenerla anche di notte. La spilla risponde solo a una regola, e molte regole gli uomini le scrivono e riscrivono a loro uso e consumo. Ci sono altre regole invece che sono immutabili, anzi non regole ma dogmi, da tatuare a fuoco sul petto del poco Onorevole Matteo Salvini, come quello che afferma la pari dignità tra tutte le donne e tutti gli uomini con le quali stiamo camminando, solo temporaneamente, su questa Terra.

Grazie dell’attenzione Presidente Rey.

Benito Maria Possemato
Capogruppo Consiliare ” I Love Biella “

Una risposta a “Lettera aperta al Presidente Silvano Rey”

  1. Luciano Rossi scrive:

    Se il buon giorno…

    Bella lettera. Complimenti Benni.
    E in bocca al lupo al vostro blog!

    L;-)

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